29 Gennaio 2018

Buon compleanno e nulla da festeggiare.

Persone ammalate che incontrano sul loro cammino delle impossibilità oggettive per la cura della propria salute sono persone condannate a soffrire.

Oltre il “necessario”.

Capita sovente che, per questioni di principio, o in nome di “questo” o “quel” dogma, vengano posti sul percorso del malato paletti che diventano veri e propri insormontabili macigni.

Oggi non festeggia nessuno… però si parte con il buonsenso di chi non ha più tempo.

Vi parliamo di assunzione di cannabis, così come pure della lunga lista di uomini, donne, anziani e bambini con patologie che dall’uso di essa hanno tratto giovamento e come proprio questi ci hanno spinto a creare “LapianTiamo”: il primo cannabis social club fatto da malati rivolto soprattutto ai malati.

La missione di “LapianTiamo” da sempre è un messaggio d’amore, di rispetto e di condivisione verso i malati e di sostegno al fine di alleviare le sofferenze di coloro che, affetti da malattie fortemente invalidanti, non chiedono altro che una qualità di vita migliore. In ciò la cannabis ha dimostrato ampiamente di poterci riuscire.

Una società definibile come civile non può continuare a reggersi su dogmi e preconcetti in tema di Salute. Troviamo in ogni forma di proibizionismo uno dei maggiori ostacoli che, i pazienti già fortemente provati, debbono avere l’audacia di scavalcare.

Questo non va bene! Non va assolutamente bene!!!

Da anni, il Ministero della Salute italiano conosce le battaglie di LapianTiamo.

Ministri e burattini hanno ritenuto di dover intervenire a modo loro bloccando di fatto il progetto pilota della Regione Puglia affidando il futuro di chi soffre ai militari, con la previsione di creare quello che di fatto è diventato un monopolio statale di Marijuana fatto male e senza attenzione alcuna.

Sono nati dei veri e propri “mostri” da un lavoro di socialità e umanità partito da chi invece ogni giorno, della cannabis, ne fa la sola ed unica terapia.

Per difenderci e difendersi da questi mostri, pazienti e familiari hanno creato reti di collaborazioni organizzando incontri con esperti e informandosi come si fa quando si è in stato grave di malattia, quando vige il detto: “diventi medico di te stesso”…

E ovviamente, chi ha la possibilità di testare sul proprio male questa tipologia di cura così come tanti altri stanno sviluppando nozioni tecniche su questa, chiede a gran voce un cambiamento SUBITO!

In questi ultimi mesi poi vi sono blocchi nelle dispensazioni di Cannabis dall’Olanda e da Firenze e da diverso tempo le cure sono state interrotte per pazienti con Sclerosi Multipla, SLA, Tumori, Epilessie farmacoresistenti, Tourette, Alzheimer, Parkinson… Loro interrompono con la burocrazia le cure, le malattie avanzano e il numero di pazienti cresce ogni giorno di più.

Per questo motivo, ufficialmente, il Direttivo LapianTiamo in rappresentanza di tutti i propri Amici Usufruitori ormai stanchi di promesse mai mantenute da parte di una Politica sorda, partendo con le proprie coltivazioni destinate all’uso terapeutico si espone anche a rischi penali e riconosce nelle sofferenze di chi soffre, dei loro familiari e di coloro che sensibili sposano la causa per il diritto alla cura come sancito nell’Art.32 della Costituzione Italiana:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo nell’interesse della collettività, garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Si parte anche se a tutt’oggi le autorizzazioni ministeriali continuano ad essere inesistenti e, tutto ciò, per tutelare la nostra salute.

Correremo altresì il rischio del sequestro del raccolto.

I Responsabili avranno accesso al database di persone affette dalle patologie sopra citate regolarmente registrate a LapianTiamo e si occuperanno dell’avanzare delle varie fasi che porteranno, a breve, i primi frutti.

Lo Stato, se è Stato, si occupi dei malati esclusivamente attraverso un’adeguata conoscenza e preparazione dei medici.

Figure professionali che potranno alleviare e/o, perché no, aiutare ad eliminare atroci dolori e sofferenze.

C’è chi vuole definirla ancora come disobbedienza civile. Per noi cittadini (malati e non) che lottiamo quotidianamente, e per coloro che si sono spesi fin dal primo momento per la coltivazione di cannabis secondo le esigenze dei malati, si tratta di un vero e proprio atto di logica e buonsenso.

LapianTiamo!